Politica, religione, economia, manifestazioni artistiche e di pensiero ed ogni forma di vita associata dipesero sempre, in Egitto, dalla personalità dei faraoni e furono essi, quindi, i veri e unici personaggi della storia del paese. La nascita stessa dell’Egitto è legata al nome di Menes, o Narmer, artefice dell’unità tra Alto e Basso Egitto. Egli è già, nel 3100 a.C., il dio-re, l’intermediario tra il mondo divino e il mondo umano, colui che, per la sua stessa natura, assicura fertilità alla terra, prosperità ai sudditi, forza agli eserciti. Simbolo della divinità del faraone, della sua sopravvivenza celeste, del suo potere che oltrepassava la morte divenne, con la III dinastia, la tomba, che l’architetto Imhotep concepì a Saqqara come una scala a gradoni tesa verso il cielo per permettere l’ascensione celeste del faraone Zoser, un’idea filosofica e religiosa che attecchì saldamente. Ed ecco allora le piramidi a facce piane di Giza, che esprimono con maggiore insistenza l’importanza del culto solare associato a quello regale e che hanno tramandato ai posteri i nomi di Cheope, Chefren e Micerino, faraoni dell’Antico Regno, altrimenti perduti nelle sabbie del tempo. Alla fine dell’Antico Regno, i sovrani non sono tuttavia più così certi della loro divinità, del loro diritto al trono e del consenso della popolazione. Cercano quindi l’appoggio dei nomarchi delle province e, pur senza rendersene conto, li rendono autonomi. Da piramidale lo stato diventa feudale, finché con Pepi II, il faraone della VI dinastia famoso anche per aver regnato ben 94 anni, il paese cadde nell’anarchia del Primo Periodo Intermedio, in cui furono coinvolti i faraoni dalla VII alla X dinastia. L’unificazione iniziò con un personaggio tebano di notevole spessore politico, Mentuhotep II (fine dell’XI dinastia: Medio Regno) e continuò con i sovrani della XII, pure tebana. I loro nomi meritano di essere citati di seguito - Amenemhat I, Sesostri I, Amenemhat II, Sesostri II e III, Amenemhat III e IV, Sobkheferu - poiché l’operare di ognuno integrò quello degli altri nel rafforzamento del potere centrale e la forza dell’Egitto: soprattutto Sesostri III, che meritò il nome di "Protettore" per aver restaurato l’amministrazione, bonificato ampie zone rese all’agricoltura (Faiyum), sottomesso la Nubia ed infine ristabilito il predominio egizio sul Levante. L’invasione degli hyksos rimise tutta in discussione, finché Kamose (XVII dinastia) diede inizio alla riscossa portata a termine da Amosi, con il quale inizia la XVIII dinastia e il Nuovo Regno. Proprio la XVIII dinastia registra i personaggi tra i più noti della storia dell’Egitto: Hatshepsut, la donna che si fece faraone; suo figlio Tutmosi III che portò i confini dell’Egitto alla loro massima espansione; Amenofi III che per oltre un trentennio mantenne la pace all’interno e sui confini; il "faraone eretico" Amenofi IV Akhenaton e la moglie Nefertiti; per concludere con Tutankhamon, sconosciuto fino alla nostra epoca e balzato alla cronaca per il clamore suscitato dalla scoperta della sua splendida tomba. Tuttavia il personaggio senza dubbio più noto dell’antico Egitto è Ramses II della XIX dinastia, che si scontrò con la maggiore potenza del Medio Oriente (quella degli ittiti); fu anche il faraone più regale e grande costruttore di città e di templi; la sua regalità si riverberò sulla sua sposa reale Nefertari e sui faraoni della dinastia seguente, la XX, che presero tutti il suo nome. Ad eccezione però di Ramses III, che respinse sul Delta l’invasione dei libi e dei popoli del mare, gli altri non hanno fatto storia. I nomi dei personaggi che emergono nell’Età tarda si confondono con la storia delle altre civiltà antiche: Cambise, Dario I, Serse e Dario II dei persiani; Alessandro Magno che conquistò il mondo; i Tolomei che diffusero in Egitto la cultura elennistica, che fu detta anche alessandrina perché essi seppero fare della loro capitale, Alessandria, il centro culturale del Mediterraneo. Tra i Tolomei, tuttavia, a colpire ancora oggi la fantasia è l’ultima rappresentante, Cleopatra VII, amata da Gaio Giulio Cesare e da Marco Antonio, con il quale tentò di fare dell’Egitto una monarchia orientale contrapposta a Roma.